L’espressione Nouvelle vague fu un termine giornalistico utilizzato dalla rivista Cinéma 58 per indicare la nuova ondata di cineasti francesi che si cimentarono verso nuovi orizzonti di ricerca cinematografica sul finire degli anni Cinquanta. François Truffaut nel ’62 parla di “denominazione collettiva inventata” per sottolineare la difficoltà di trovare una definizione al lavoro di quel gruppo di cineasti così attenti al mondo giovanile di quegli anni.

Esponenti di spicco del “movimento” furono Claude Chabrol, Jean-Luc Godard, Eric Rohmer, Jacques Rivette e lo stesso Truffaut, giustamente considerati figure di riferimento del cinema contemporaneo.


Vi presentiamo qui tre film, tre capolavori che hanno reso la Nouvelle vague importante in tutto il mondo e che sono essi stessi degli unicum insuperati; ci soffermeremo in particolare su due di questi.

I 400 colpi – F. Truffaut, 1959

Il film narra avventure e disavventure del tredicenne Antonie Doinel, che l’occhio della cinepresa segue in una Parigi bellissima fatta di scorribande tra amici, parchi e Luna Park in cui il gruppo trascorre le giornate invece di andare a scuola; ad essere mostrato è anche il misero appartamento dove il giovane vive con genitori disattenti e che non lo comprendono. Antonie finirà per mettersi nei guai e per lui si apriranno le porte del riformatorio. Memorabile nel finale la fuga del ragazzo e la sua corsa in riva al mare. Il film è un inno alla libertà, ai sogni e alle illusioni adolescenziali, ma anche alla fatica di entrare nel mondo degli adulti.

“[…] È il film che lancia a livello internazionale il movimento della Nouvelle vague, che afferma definitivamente il cinema come arte, la cinepresa come penna stilografica da usare con libertà creativa e personale, il regista come autore, come figura centrale del cinema, unico e solo creatore-autore del film, che riconosce il proprio lavoro come un impegno morale, come una questione di rispetto etico verso il mondo e verso gli altri.” (cit.)

Vincitore del Premio per la migliore regia al Festival di Cannes del 1959, I 400 colpi costituisce il primo capitolo della saga di Antonie Doinel, che accompagnerà il regista e l’attore Jean Pierre Léaud lungo quattro imperdibili film.


Per approfondimenti:

Hiroshima mon amour – A. Resnais, 1959

La storia è ambientata in Giappone. I protagonisti – un’attrice francese, a Hiroshima per girare un film,  e un architetto giapponese – si conoscono e si amano per una notte.  L’avventura dei due amanti ben presto si trasformerà, guidata dal passato doloroso e violento di entrambi che resta vivo nel loro presente. Le storie personali dei protagonisti si intrecciano continuamente nella narrazione filmica sottolineate da un commento musicale attento ai cambi di registro temporale.

Per il soggetto e la sceneggiatura Resnais si avvalse del contributo della scrittrice Marguerite Duras che apprezzava molto e con cui condivise un lavoro tenace e simbiotico.

Da segnalare che la copia presente in biblioteca include un secondo dvd che contiene tre cortometraggi del regista su Guernica di Picasso e sui pittori Van Gogh e Paul Gauguin prodotti nel 1950.

Il terzo film di riferimento che vi consigliamo è Fino all’ultimo respiro, di J.L. Godard, del 1960 che potete recuperare dal catalogo BINP.

Buone visioni!

Visioni. La Francia della Nouvelle vague